Insegnare e praticare lo Zen-Stretching®
Se per una conoscenza approfondita delle basi teoriche a cui risale la pratica rimane fondamentale la lettura del testo di Shizuto Masunaga Zen imagery exercises, ed. Japan Publications (in italiano: Zen per immagini, ed. Mediterranee), con il tempo ci siamo dotati di diversi strumenti didattici.
- 1) Il manuale Zen-Stretching® che ho scritto e pubblicato nel 2004 per l’Edizione Il Castello, Milano (esiste anche la versione in francese, pubblicata da Trédaniel).
- 2) Il mazzo di 50 carte: ognuna rappresenta un esercizio con fotografia, colori, simboli, parole chiave che servono a rendere visivamente immediata la comprensione delle finalità di ogni movimento.
- 3) Il poster che raccoglie tutte le carte ordinate in modo da rendere evidente, per gli studenti, qual è il criterio di scelta degli esercizi che di volta in volta servono a lavorare con precisione al proprio riequilibrio energetico.
- 4) Il testo Ki sei, meditazione multimediale per evolvere, per guarire, pubblicato con l’editore Caramella di Torino.
- 5) Il DVD Zen-Stretching, I love you, con una serie di lezioni in video pubblicato da Vitality Tao.
Questo per quanto riguarda la divulgazione della pratica. In realtà serve precisare che lo strumento di lavoro e di insegnamento più utile e qualificato è sicuramente il proprio corpo. A chi decide di seguire la formazione per diventare Facilitatore di Zen-Stretching® viene insegnata e raccomandata per prima cosa una pratica agile e quotidiana degli esercizi, con lo scopo di imparare non tanto un’esecuzione formalmente perfetta, quanto l’attenzione all’ascolto di sé e delle proprie impressioni/reazioni nella seduta.
Si diventa Facilitatori se e quando ci si mette in grado di capire e interpretare le reazioni dei propri allievi alla pratica, in modo da saperli guidare non solo nella scelta degli esercizi di volta in volta più opportuni per migliorare la propria circolazione energetica, ma anche, e soprattutto, nel saper leggere dalla pratica di ognuno quali sono gli aspetti vitali che vanno incoraggiati (vuoto di energia) o viceversa controllati (pieno di energia).
La competenza necessaria per realizzare questo scopo non può che venire dall’esercizio costante e meditato, che per giunta garantisce una crescente consapevolezza e capacità di migliorare se stessi e le proprie prestazioni in ogni aspetto vitale. Paradossalmente traggono maggior vantaggio da questi esercizi le persone che hanno poca esperienza di allenamento fisico e che vengono quindi guidate fin dall’inizio a un’esecuzione cauta e meditata.
Chi invece manifesta l’ansia di prestazione che a volte caratterizza gli utenti più allenati a realizzare una forma “perfetta” o a vincere forzatamente una resistenza denunciata dal corpo, tende a sottovalutare le proprie reazioni. C’è sempre un motivo importante per cui una posizione risulta più facile o più difficile di un’altra: nello Zen-Stretching® andiamo alla ricerca proprio di questo divario di esiti, come base di partenza per tonificare e disperdere opportunamente le catene muscolari, o meglio i percorsi energetici che le accompagnano.
Il risultato è a portata di mano per chiunque, qualunque sia il suo grado di allenamento o prestanza fisica, se solo si accetta la gradualità e il rispetto per sé e per le proprie reazioni. In questo senso Zen-Stretching® si discosta da qualunque pratica di fitness e ha come pubblico e referenti persone di ogni età e condizione fisica, comprese le donne in gravidanza. Individualizzazione, comprensione e curiosità sono parole chiave per la nostra pratica.
(2° articolo pubblicato su DBN Magazine on line)