I MERIDIANI DEL RESPIRO
Il lavoro sul respiro interessa tutte le discipline bionaturali, come è ovvio, data la sua funzione vitale, e tuttavia molti suoi aspetti rimangono non abbastanza esplorati e poco valorizzati. Presento dunque una carrellata di possibili approcci basati su alcune delle competenze acquisite negli anni.
Jin Shin Do®: “Viaggio nel Paese di P’O” (cfr. Iona M. Teeguarden, The joy of feeling, Japan Publications)
E se avessimo una mappa della nostra psiche che ci aiuta a guidare sentimenti ed emozioni? La filosofia taoista ha una mappa di questo tipo, utilizzata nella teoria della digitopressione, che consiste in cinque Paesi interiori chiamati: Shen, I’, P’o, Chih e Hun. Si tratta di cinque aspetti della psiche che rappresentano il modo in cui interagiamo con la nostra vita. Ogni Paese interiore corrisponde a particolari meridiani, organi, fluidi corporei e parti del corpo o tessuti ed è influenzato da determinati punti di agopuntura. Questi, sottoposti a digitopressione, rilasciano le tensioni fisiche o emotive e ci aiutano a connetterci con il nostro sé innato.
Nel Paese di P’o il Sé si occupa di ciò che consideriamo “nostro”: è il regno dei desideri, ovvero delle forze primordiali di attrazione e repulsione. L’attenzione qui è rivolta all’istinto di trattenere ciò che ci fa sentire bene e di eliminare ciò che non ci fa sentire bene. P’o è l’aspetto della psiche coinvolto con l’assorbimento delle energie, o degli elementi, che danno la vita e con l’eliminazione di quelle tossiche, che la limitano. Il sistema respiratorio è l’incarnazione di questo processo: la vita dipende dall’alternanza ritmica tra assumere ossigeno ed espellere anidride carbonica.
Anche la funzione del grosso intestino mostra l’importanza di questo processo ciclico: senza la sua eliminazione del materiale inutile, infatti, il corpo sarebbe pieno come una discarica. P’o influisce dunque sull’energia vitale in senso generale.
In questo regno psichico il Sé viene affinato dal contatto con il piano materiale, o i desideri terreni. L’immagine è quella del METALLO, che ci ricorda il mondo delle cose. Uno dei desideri principali è quello di possedere gli oggetti, spesso legato all’istinto di sopravvivenza. Abbiamo bisogno dei mezzi per assicurarci cibo, acqua, riparo e sostegno per vivere. Il bisogno fondamentale di possedere è però amplificato, in quanto il processo di civilizzazione ha ingigantito il regno dei desideri al di là delle reali necessità personali: una lunga lista di capricci derivati dal passato e dal presente dell’umanità. L’insieme dei bisogni individuali, definito “società”, tende inoltre a equiparare ciò che valiamo con ciò che possediamo, come dire che a livello pratico il possesso equivale al controllo.
Quando non ne siamo accecati, i nostri desideri generano al contrario energia e ci conducono a esplorare la vita. Il problema non sono dunque i desideri in quanto tali, ma il fatto di rimanerne intrappolati. Se pensiamo di essere stati privati di ciò di cui abbiamo bisogno, ci sentiamo oppressi o dispiaciuti. Un altro aspetto del senso di privazione è provare invidia per coloro che sembrano possedere ciò che a noi è stato negato. L’antidoto taoista è: prendere la natura come nostra guida e vivere nella semplicità. Per vivere senza sforzi dobbiamo stare in contatto con i desideri reali del Sé naturale. È raccomandabile viaggiare leggeri, anziché sovraccarichi di migliaia di preoccupazioni per tutto ciò che possediamo. I desideri disordinati disturbano la nostra pace e limitano l’apertura alle esperienze.
Per regolare il flusso armonioso nel “Paese di P’o” la digitopressione Jin Shin Do® suggerisce diverse sequenze di punti, da tenere in successione e su entrambi i lati del corpo, con una pressione delicata e sensibile che, mentre aiuta il ricevente a focalizzare l’attenzione su eventuali agglomerati di tensione/disagio (punti locali), ne allevia al contempo le sensazioni più sgradevoli grazie alla mediazione del contatto con punti affini per posizione e/o funzione (punti distali), consentendo un benefico rilascio delle armature di tensione formatesi in seguito al vissuto personale. Qualche esempio?
1) Tenere con un dito il punto locale JSD 30 (= Polmone 1: a livello della 2ª costa, circa 2 pollici sotto la clavicola) e con l’altra mano passare successivamente sui punti distali: JSD 29:P (= Polmone 3: sul bordo superiore del bicipite a metà circa tra piega del gomito e piega ascellare) e JSD 36 (= Polmone 10, a metà circa del muscolo tenar, verso il 1° metacarpo).
2) Tenere con un dito il punto locale JSD 34 (= Intestino crasso 15: nella depressione anteriore in cima all’articolazione della spalla) e con l’altra mano passare successivamente sui punti distali: JSD 24 (= Intestino crasso 11: all’estremità inferiore/anteriore del deltoide) e JSD 35 (= Intestino crasso 4: nella membrana tra pollice e indice, verso il 1° metacarpo).
È efficace praticare queste pressioni anche su di sé, toccandoli tutti in successione, per migliorare il flusso di energia nei Meridiani di Polmone e Intestino crasso e stimolarne le funzioni generali. Ricevere un trattamento di Jin Shin Do® fornisce non solo il benessere garantito dal contatto esperto con questi e altri punti, ma anche l’opportunità per realizzare la migliore condizione di rilascio delle tensioni accumulate e iniziare un viaggio alla riscoperta delle proprie risorse energetiche.
Zen-Stretching® (cfr. Silvia Marchesa Rossi, Zen-Stretching®, Il Castello)
Con il canale del Polmone, seguito da quello dell’Intestino crasso, ha inizio il percorso più specializzato dell’energia nei dodici meridiani. I due meridiani, infatti, sono i primi a venire sollecitati e a ricevere impulso da un’ondata di energia che, a partire da qui, percorrerà nell’arco delle 24 ore tutte le funzioni vitali fondamentali. Con i meridiani di Polmone e Intestino crasso il nostro organismo si prepara a un nuovo ciclo, mentre si conclude quello precedente. Questa Fase dell’energia è caratterizzata da maggior concentrazione; è capace, cioè, di alimentare una linea di confine tra il nostro interno e l’ambiente esterno: una membrana permeabile, che lascia entrare e uscire gas, informazioni, comunicazione, esperienze, materiale solido, ovvero quel che è necessario alla continuazione della nostra vita. Il movimento e la postura che caratterizzano gli esercizi che stimolano l’energia del Metallo si riconoscono, tra gli altri, per una estensione multidirezionale degli arti, come a verificare e ad ampliare l’ambito dei propri confini territoriali. Immaginiamo di eseguirli in una membrana elastica che si estende e si conforma al nostro movimento, delineando lo spazio che occupiamo nell’universo. Prendiamo come esempio l’esercizio della serie “Al lavoro”, indicato col nome “La vela”:
1) Immagina di stare in piedi, nell’inquadratura di una porta, a gambe aperte e piedi appoggiati alla cornice, braccia distese sopra la testa e mani aggrappate alla cornice.
2) Inspirando, mantieni la posizione diritta.
3) Espirando, lascia sporgere in avanti e indietro alternativamente, con ogni espirazione, il centro del corpo, come se fossi una vela legata alle estremità e mossa dal vento al centro.
4) A ogni inspirazione torni alla posizione diritta.
5) Ripeti l’esercizio fuori dall’inquadratura della porta, prestando attenzione a mantenere la correttezza della posizione e del respiro e muovendo soltanto il centro.
Questo esercizio stimola il flusso dell’energia in entrambi i canali del Metallo: Polmone e Intestino crasso.
Nel Qi Gong, antica pratica cinese che permette di riequilibrare il corpo e raggiungere in breve tempo uno stato di rilassamento ideale, la regolazione e l’allenamento del respiro sono uno degli aspetti essenziali (non l’unico) delle finalità della pratica, la quale si esplicita principalmente attraverso tre stadi:
1) Tiao Shen: regolare e armonizzare il corpo.
2) Tiao Xi: regolare e armonizzare il respiro.
3) Tiao Xin: regolare e armonizzare il cuore.
Questo implica che ogni esercizio invita ad allenare (con la ripetizione, l’ascolto e la correzione) l’attenzione e le capacità della persona a livello del corpo, del respiro e del cuore. Certamente esistono esercizi che sono più direttamente rivolti al miglioramento dell’aspetto respiratorio, ma anche nel Qi Gong, ad esempio in “Prendere lo Yin Qi dalla Terra” e “Prendere lo Yang Qi dal Cielo”, l’attenzione è rivolta principalmente alla finalità descritta nel nome dell’esercizio. Eseguendoli correttamente il praticante si rende conto presto che inspirazione ed espirazione vanno rallentati quanto più gli è possibile. Un risultato, questo, che può raggiungere solo gradualmente, ripetendo senza fretta, dove però l’acquisizione – obbiettivo di questa pratica – è la profonda consapevolezza che l’energia proveniente dalla Terra (simbolo massimo dello Yin) ha caratteristiche percettibili diverse da quella proveniente dal Cielo (simbolo massimo dello Yang). Questa comprensione consente considerazioni utili, come ad esempio l’opportunità di praticare il primo esercizio in momenti di eccessivo calore, sia esso esterno, ambientale, stagionale, oppure interno (condizione Yang della propria energia, come febbre, infiammazione e sintomi in fase acuta, iperattività…). Il secondo esercizio, “Prendere lo Yang Qi dal Cielo”, per converso, sarà più congeniale e utile in condizioni di eccessivo freddo, sia stagionale, atmosferico, sia interno (condizione Yin della propria energia: freddo interiore, isolamento, debolezza, cronicità di sintomi).
Esecuzione
Prendere lo Yin Qi dalla Terra:
1) In piedi, partenza dalla posizione “Abbracciare il Dan Tian”, con le mani sovrapposte appoggiate sotto l’ombelico, inspirare.
2) Espirare abbassando le ginocchia, allargando le braccia poco oltre la larghezza del corpo e rivolgendo i palmi delle mani appiattiti verso terra.
3) Inspirare raddrizzando le ginocchia e lasciando salire le braccia allargate fino all’altezza delle spalle. Mani rilassate.
4) Espirare raccogliendo le mani che ritornano a sovrapporsi sul Dan Tian.
5) Inspirare nuovamente cominciando la 2ª esecuzione. Ripetere l’esercizio per 6 volte (numero tradizionalmente collegato all’energia Yin).
Prendere lo Yang Qi dal Cielo:
1) In piedi, partenza dalla posizione “Abbracciare il Dan Tian” .
2) Girare i palmi verso il cielo, con i mignoli accostati, e sollevarle inspirando fino all’altezza del mento.
3) Continuare l’inspirazione allungando le braccia in avanti, sempre ad altezza mento, a mani unite.
4) Continuare l’inspirazione allargando le braccia fino ad averle aperte a 90° dal corpo (altezza spalle).
5) Continuare l’inspirazione sollevando le braccia arrotondate sopra la testa fino a unire la punta delle dita: a quel punto i palmi sono rivolti in basso.
6) Cominciare l’espirazione abbassando le mani fino a riportarle sovrapposte sul Dan Tian.
7) Ripetere la sequenza per 9 volte (numero tradizionalmente collegato all’energia Yang).
La lentezza nell’esecuzione è commisurata all’esperienza del praticante.